Lavorare in un contesto in fase di crescita richiede una forte consapevolezza dell’appartenenza a una squadra. In questo periodo storico, fare parte di un team, è uno degli aspetti più complessi e impegnativi che esistano. In una società sempre più individualista come questa, in cui le persone mettono costantemente avanti la valorizzazione del proprio benessere personale, il prendere decisioni autonome e il considerare l’indipendenza e la “libertà” come un valore centrale, stiamo purtroppo perdendo gradualmente la cultura del “fare squadra”, il significato dell’essere una squadra.
Costruire una squadra efficiente significa coltivare qualità personali, ma soprattutto vigilare su noi stessi, sulle nostre motivazioni e sul nostro impegno. Un altro elemento cruciale è la visione comune. Sarebbe interessante poter definire una vision condivisa per il gruppo Solidarity, una sorta di manifesto degli obiettivi da perseguire insieme.
Essere Adattabili:
“Beati i flessibili, perché piegandosi non saranno deformati (o spezzati!).”
Negli anni ‘70, un certo Steven Sasson ideò il primo prototipo di fotocamera digitale. Lavorava per un’azienda leader nel mercato della fotografia, dove il prodotto di punta e più redditizio era la pellicola fotografica. Sasson sapeva che il digitale avrebbe trasformato il mercato, ma temeva che questo potesse intaccare il business principale dell’azienda: la pellicola. Così, per paura di perdere i profitti, mise da parte il progetto della fotocamera digitale, scegliendo di continuare a investire nella pellicola. Questa scelta portò successivamente la sua azienda alla bancarotta nel 2012, mentre i competitor come la Fuji, compresero il potenziale del digitale e ne trassero enormi vantaggi. L’azienda in questione era la Kodak.
Questa storia insegna quanto sia importante mantenere la mente aperta e flessibile. In un mondo in costante evoluzione e cambiamento, chi non si adatta rischia di restare indietro.
La rigidità e il lavoro di squadra non sono affatto compatibili. Non possono camminare insieme. I team player che mostrano adattabilità possiedono alcune caratteristiche. Consideriamo le prime due:
1 – “Educabili”
Cosa significa? Avere una mente aperta, pronta a plasmarsi e svilupparsi in funzione delle circostanze. Non si tratta di rinnegare i propri principi o scendere a compromessi sulle cose importanti, ma di imparare a considerare nuove strade e nuove possibilità. Continuamente. Ampliare la prospettiva per cogliere la realtà nella sua complessità, il quadro generale e le possibilità che ne conseguono dallo sviluppo degli eventi!
Imparare a vedere da più angolazioni, in tre dimensioni, ci permette di apprezzare diverse sfumature e prospettive. Chi è predisposto alla crescita e al cambiamento lavora sulla propria flessibilità, predisposto ad esempio a trasferire le proprie abilità da un settore all’altro, senza restare confinato a una sola scrivania per tutta la vita.
La crescita richiede per forza adattabilità. Se sviluppiamo questa qualità, diventeremo risorse preziose per la nostra squadra, come diamanti ricercati che nessuno vorrà perdere. Pur rimanendo fedeli ai nostri principi, ci adattiamo al mondo che cambia, offrendo un contributo sempre nuovo.
2 – “Emotivamente sicuri”
Purtroppo l’insicurezza emotiva tende a considerare quasi tutto come una sfida, provocazione o minaccia.
Si affronta con rigidità e sospetto l’aggiunta di un’altra persona di talento nella squadra, l’aggiornamento di una loro posizione o titolo, o un cambiamento nel modo in cui si fanno le cose.
Progresso e crescita significano anche lavorare su questi aspetti ogni giorno. Può essere impegnativo e talvolta destabilizzante, ma i benefici superano le difficoltà. Continuando a navigare in un mare sempre in cambiamento, potremo affrontare ogni sfida senza affondare, perché abbiamo imparato a conoscere i venti e a rimanere flessibili in base ad essi. Questo richiede esercizio, intenzionalità e volontà di cambiare mettendoci in discussione senza inutili rigidità.
Abbiamo bisogno di sviluppare maggiore fiducia nelle situazioni, un atteggiamento propositivo e positivo insieme ad un modo di pensare sano. Tutte caratteristiche che ci porteranno verso un miglioramento visibile e concreto di noi stessi e della nostra organizzazione o squadra.
Il miglioramento personale e collettivo però richiede per forza la preparazione al cambiamento. Quest’ultimo va affrontato nel migliore dei modi se vogliamo trarne beneficio per noi e per gli altri, oltre che per la squadra. Facciamo in modo di andare incontro al cambiamento, diamogli il “benvenuto” accogliamolo con fiducia e rendiamolo il nostro migliore “compagno di viaggio”, sarà lui a portarci verso la versione migliore di noi stessi.
Romani 12:2:
• Non conformatevi a questo mondo (la maggioranza o la massa) ,
• ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente
(cioè il vostro modo di pensare)
• affinché possiate discernere qual è la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. (Il futuro migliore che potreste mai immaginare)