Sempre più spesso entrano nel linguaggio di tutti giorni termini o acronimi nuovi, il cui significato per molti è di difficile comprensione. Da qualche tempo sentiamo sempre più spesso parlare di PNRR. Ma cos’è? Rispondiamo subito dicendo che è l’acronimo di PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA. È il documento richiesto dall’Unione Europea ad ogni Stato membro per poter accedere ai fondi del NEX GENERETION EU; fondi destinati alla ripresa post pandemia. A predisporre ed inviare il piano per l’Italia ci ha pensato l’attuale governo Draghi il 25 aprile scorso; è stato approvato prima dalla Commissione ed infine dal Consiglio europeo il 13 luglio. Dei 750 miliardi euro del Nex generation Eu, all’Italia andranno ben 222,1 miliardi, cifra davvero poderosa.
Ma come potranno e dovranno essere spesi questi fondi e quali sono i tempi di attuazione?
Il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici:
- digitalizzazione e innovazione;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale
Si articola in 16 Componenti, raggruppate in sei Missioni: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute.
Le Componenti sono aree di intervento che affrontano sfide specifiche, composte a loro volta da Investimenti e Riforme.
I tempi di attuazione sono decisamente stringenti, entro il 2026 dovranno essere portati a compimento tutti gli interventi e le riforme per ammodernare e proiettare il Paese verso il futuro.
È un piano ambizioso, le difficoltà sono molteplici. Tante, troppe rendite di posizione lavoreranno per mettere i bastoni fra le ruote al cambiamento.
Questo sarà l’ultima banco di prova che ci sarà concesso per poter dimostrare al mondo che l’Italia è un Paese affidabile. Se vogliamo che le nuove generazioni possano avere un futuro dignitoso, dobbiamo far in modo che il PNRR abbia il successo che merita.
Non ci possiamo più permettere di formare migliaia di giovani, con costi altissimi, e poi costringerli ad andare all’estero per poter svolgere al meglio la professione per la quale hanno tanto studiato con grandi sacrifici. È il momento di sconfiggere quella vecchia, stantia Italia, dove solo i furbi hanno cittadinanza, è il momento di valorizzare il meglio, è il momento che la nostra meglio gioventù prenda in mano questo stanco Paese e lo porti finalmente nel nuovo millennio.